Gli scarti alimentari/rifiuti organici opportunamente trattati possono essere trasformati in compost domestico con buone proprietà ammendanti e nutritive per piante, giardini ed orti. Secondo alcuni studi fatti in Italia ad ogni 400 kg di rifiuti domestici corrispondono 100kg di rifiuti organici che, con vari trattamenti, si potranno trasformare in 60 kg compost da utilizzare come valida alternativa ai concimi di sintesi e come integratore alla concimazione letamica. La sua ricca quantità di sostanza organica infatti migliora la struttura del suolo e rilascia alle piante elementi nutritivi fondamentali (soprattutto azoto).

Perché compostare?
Il compostaggio permette di ridurre il peso e il volume dei rifiuti solidi urbani. Pertanto si avrà il duplice vantaggio del risparmio sul terriccio e sui concimi e allo stesso tempo il secchio della spazzatura si riempirà più lentamente.
Inoltre, il Comune avrà meno rifiuti da smaltire con benefici sul ciclo e sul costo di smaltimento dei rifiuti.
Il compostaggio ricrea artificialmente il processo di degradazione biologica che avviene in natura accelerandone i tempi: pertanto è necessario creare delle condizioni climatiche ottimali in cui lasciare decomporre le sostanze organiche insieme ad una determinata quantità di terra, fonte naturale di organismi decompositori (batteri, fungi, insetti e lombrichi).

Compostiere nuove, arrangiate e inventate
Questo mix di sostanze possono essere grossolanamente accumulate in un angolo del giardino o interrate in una buca per poi essere rigirate, annaffiate e ricomposte per aiutare il processo di decomposizione fino a che, dopo qualche mese, non si è raggiunto il giusto grado di maturazione ovvero finché la massa non sarà diventata scura ed omogenea. A questo punto la massa può essere definita stabile poiché non da più luogo a processi putrescenti e per tanto non emana più cattivo odore.
In alternativa esistono delle compostiere che permettono al contempo il passaggio di aria e luce ed il mantenimento di calore ed umidità. Le compostiere si trovano facilmente in commercio, sono economiche e semplici, anche da costruire e permettono una migliore presentazione del giardino e della sua organizzazione.
La compostiera “fai da te” è incredibilmente semplice da fare: basta costruire una struttura cilindrica o cubica con una rete metallica leggera e rivestirla “alla meglio” con de materiale semi-permeabile e traspirante (es. tessuto-non tessuto) che permette il passaggio di aria ed il mantenimento di umidità e temperatura. La struttura deve essere dotata di un buco nella parte superiore dove poter introdurre il materiale da compostare ed un apertura in prossimità del fondo da cui estrarre il compost maturo
La scelta tra le diverse tipologie di compostiere dipende da svariati fattori (grandezza del giardino, vicinato, cattivi odori, estetica, tempi e quantità di compost richiesto). La tabella proposta di seguito ha lo scopo di indirizzarvi verso la scelta migliore.
E’ importante ricordare che le compostiere (eccetto quella in plastica) necessita un fondo ciottoloso o di legnetti di almeno 20cm di spessore per evitare ristagni d’acqua sul fondo con effetti controproducenti. Se inoltre si vuole impedire ad alcuni ospiti indesiderati (roditori e insetti) di introdursi nella compostiere è bene rivestire il fondo con una rete metallica a maglia fine (1cm circa).

Scelta e costruita la compostiera che meglio si prospetta alle nostre esigenze si può cominciare a farla lavorare!

Ai fini di un buon risultato è importante tenere sotto controllo 4 fattori decisivi:

  1. Rapporto Carbonio/Azoto (C/N): Un rapporto relativamente basso di C/N (ovvero di circa 25-30) è un fattore fondamentale per rendere il substrato ottimale all’attacco di fungi e batteri. Bisogna tener presente che il carbonio è sempre il componente in assoluto più abbondante nelle sostanze organiche. Sostanze con elevato contenuto di “carbonio relativo” (ovvero particolarmente abbondante rispetto agli altri elementi) si presentano “secche” e pertanto poco adatte ai processi biodegradativi. Ne sono un esempio la segatura, la paglia e residui di potatura. Le sostanze che invece hanno un alto contenuto di azoto hanno un basso contenuto di “carbonio relativo”. Queste sostanze si presentano “umide” con tendenza a fenomeni putrescibili. Ne sono un esempio i residui di cucina, le frattaglie, le deiezioni animali. Quindi, ad esempio, ponendo nella compostiere troppi rifiuti ad alto contenuto di carbonio (amidi, zuccheri e cellulosa) non si avranno risultati efficienti. I tempi si allungano ed il compost è meno ricco di humus. Arricchendo invece la compostiera di sostanze ad elevato contenuto azotato invece si permetterà la formazione di un substrato appetibile ai funghi e batteri con conseguenti fenomeni biodegradativi efficienti. Il risultato sarà un compost ottenuto in poco tempo e ricco di humus. Attenzione però, neanche una ricetta esclusivamente umida (o con C/N <25) darebbe i risultati sperati!
  2. Aerazione della massa : l’ossigeno è fondamentale per l’attività degradativa degli organismi aerobi. Il compostaggio può essere fatto sia in condizioni aerobiche che fermentative. Quello domestico è generalmente aerobico visto che le ricette consigliate non prevedono sostanze particolarmente ostiche alla degradazione. Inoltre la decomposizione aerobica impedisce lo sviluppo di odori cattivi. Gli organismi aerobi infatti sono più veloci degli organismi che operano in assenza di ossigeno anche se in realtà quest’ultimi sono più abili nel degradare le sostanze più difficili.
  3. Umidità della massa: valori di umidità superiori al 60% ed inferiori al 40% rallentano il processo di decomposizione. Fortunatamente l’umidità è un parametro che si può facilmente controllare visivamente: se i rifiuti da compostaggio sono troppo secchi è buona prassi annaffiarli ogni tanto o aggiungere delle sostanze umide, viceversa se sono troppo umidi si può aggiungere della sostanza secca per spezzare il tenore d’umidità.
  4. Ingredienti: Evitare le sostanze tossiche! Se si vuole ottenere un compost buono, non inquinante e non tossico per le nostre piante bisognerà essere accorti sugli ingredienti/rifiuti da compostare. Così ad esempio andranno evitati i residui di piante che hanno subito trattamenti parassitari mentre altre sostanze, come le lettiere di gatti ed i cartoni, potranno essere aggiunte ma con parsimonia. Infine per non rallentare o rendere inefficiente la biodegradazione della sostanza organica bisogna evitare di introdurre nel mix iniziale sostanze il cui processo di degradazione è eccessivamente lento come pezzi di legno ed aghi di conifere.

Ingredienti fondamentali

Visti i fattori determinanti il processo di compostaggio si può adesso capire e quindi esaminare in dettaglio quali “ingredienti” mettere in compostiera e in quali quantità. Bisogna sempre tenere presente che è buona norma aggiungere agli ingredienti circa il 20% di terra come innesco dell’attacco microbico e di mantenere sempre un buon equilibrio tra la quantità di sostanze umide e secche. In pratica tutto ciò si ottiene facilmente riempiendo la compostiera a strati di qualche centimetro: un po’ di secco, un po’ di umido, un po’ di terriccio e così via! La tabella proposta suggerisce cosa introdurre in compostiera ed in quali quantità (massime). Le quantità riportate sono solo orientative e dipendenti dagli altri ingredienti adoperati.

E’ importante non introdurre in compostiera elementi non biodegradabili o degradabili in tempi eccessivamente lunghi o che contengano sostanze tossiche e/o pericolose. Questi elementi infatti bloccherebbero il processo degradativo infrangendo ogni nostro buon proposito!! Infine si consiglia di evitare anche sostanze che attirerebbero ospiti (gatti randagi, roditori e insetti) indesiderati. Alcuni esempi di elementi da evitare sono: Avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi, attirano molto animali non domestici! Vetro, ceramica, plastica, pannolini e lattine e tutti gli oggetti che come questi non sono biodegradabili o sono di materiale sintetico Cenere di carbone, fuliggine, tessuti, ossa e gusci di frutti di mare, la loro biodegradazione è troppo lenta Prodotti chimici come pile, farmaci, vernici e scarti di legname trattati con prodotti chimici, contengono sostanze pericolose e tossiche per noi e per le piante. Se gli orientamenti esposti sono seguiti attentamente il risultati dovrebbero essere soddisfacenti e pronti in circa 10-15 settimane d’estate e 12-20 settimane d’inverno. Tuttavia durante la fase di monitoraggio (visivo e olfattivo) e di rivoltamento della massa (da fare una volta al mese o poco più per arieggiare la massa) può capitare di notare che non tutto procede come dovrebbe: si possono cioè sentire forti odori sgradevoli o vedere che la degradazione è molto lenta o nulla. La presenza di cattivi odori è indice di fenomeni fermentativi (degradazione in assenza di ossigeno) con conseguente rilascio di ammoniaca. In genere ciò avviene per l’eccessiva quantità di sostanze umide rispetto a quelle secche unitamente ad un calo di ossigeno (massa troppo compressa e mai smossa). In questo caso quindi risulta molto efficiente smuovere energicamente la massa per ossigenare il mix e aggiungere del materiale molto secco (legnetti) o carbone grossolano. La degradazione troppo tardiva (quando non accompagnata da cattivi odori) è sintomo di un eccesso di sostanze secche rispetto a quelle umide ovvero di un rapporto C/N >>30! Basterà allora aggiungere in compostiera qualche scarto alimentare crudo ben triturato.

Il compost da cucina è buono?
Generalmente gli scarti alimentari sono eccessivamente umidi e compatti (bucce di patate, scarti di ortaggi e tuberi vari…). Per tale motivo è fondamentale sminuzzare bene i rifiuti, così da poter aumentare la superficie di attacco microbico. I più appassionati e volenterosi potranno integrare i rifiuti con farina di roccia, bentonite o litotamnio e formare un cumulo insieme alla paglia o torba. Ciò non è necessario ma se fatto è proprio una ciliegina sulla torta! Nei mesi estivi, grazie al clima caldo e umido, il compost sarà pronto già a partire dall’ottava settimana mentre d’inverno occorrerà più tempo.

Il Compost da orto
Questo tipo di compost è fatto con gli scarti e gli stocchi delle colture orticole ed a il vantaggio di essere sempre di facile esecuzione e riuscita.
I rifiuti orticoli vanno preventivamente sminuzzati e miscelati con bentonite (un tipo di argilla) o in alternativa con un 10% di terra argillosa. Se si dispone di un po’ di letame le ricette ottimali sono:

40% di letame maturo + 40% di residui vegetali decomposti (foglie, arbusti, erbacce…) + 20% di terra sciolta o sabbia;
30% di letame + 30% di residui vegetali decomposti + 30% di terra sciolta + 10% di torba

E a proposito del Compost Industriale?
Nell’ottica della Raccolta Differenziata l’ottimizzazione della gestione prevede anche il riciclaggio della frazione umida. In alcuni comuni, purtroppo ancora pochi, questi rifiuti, insieme a quelli speciali ed industriali (sempre organici si intende!), sono raccolti, selezionati e avviati ad un processo di compostaggio industriale. I sacchetti di “terriccio universale” che si trovano comunemente in commercio provengono proprio da questa lavorazione e per il florovivaismo si sono dimostrati perfetti. Il Consorzio Italiano Compostori, dedito al recupero della frazione organica riciclabile ha fondato anche il marchio “Compost di Qualità”

Riassumendo quanto detto:

1. Un compost di qualità rappresenta una valida alternativa ai concimi di sintesi ed un buon integratore alla concimazione letamica.
2. Compostare vuol dire ridurre la quantità dei rifiuti da smaltire, assumere un comportamento eco-compatibile, risparmiare sui terricci e sui concimi e veder riempire il secchio della spazzatura più lentamente!
3. Compostare è facilissimo, basta porre un mix di rifiuti secondo ricetta a degradarsi in un ambiente controllato con pochissimi accorgimenti.
4. La compostiera per essere efficace deve permettere il passaggio di aria e luce, il mantenimento di calore ed umidità e un buon drenaggio dell’acqua.
5. Per un buon compost è necessario mantenere un buon equilibrio tra le sostanze secche e quelle umide, annaffiarlo regolarmente fino ad inumidirlo, assicurare una buona aerazione ed evitare di introdurre tra gli ingredienti sostanze tossiche o inadeguate.
6. Per un buon risultato si può riempire la compostiera a strati: un po’ di rifiuti secchi, un po’ di rifiuti umidi, un po’ di terriccio e poi ricominciare.
7. La presenza di cattivi odori è indice di eccessiva quantità di sostanze umide rispetto a quelle secche unitamente ad un calo di ossigeno.
8. La degradazione troppo tardiva è sintomo di un eccesso di sostanze secche rispetto a quelle umide.
9. Con gli scarti di cucina si può ottenere un compost indicato sia per la concimazione che per la vivaistica.

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